Da Kate Middleton a Bridget Jones - la decadenza di una studentessa in sessione esami
Senza raccontarci frottole, care donzelle, per quanto cerchiamo di essere sempre ordinate, ben vestite e nonostante le nostre vite ruotino attorno alle nuove tendenze ed ai nuovi must have stagionali, ci sono momenti nella vita di una girl che non hanno nulla a che vedere con tutto questo. Sia che voi siate universitarie, come me, sia che siate già lavoratrici, abbiamo tutte quei maledettissimi momenti in cui la nostra ispirazione di moda sembra essere Tina Cipollari in versione casalinga. Nel mio personalissimo caso, il peggio riesco a darlo durante le sessioni esami, periodo in cui la vita sociale si annulla per lasciare il posto a tutto ciò che riesce a confortarci fisicamente ed a consolarci dalla povertà momentanea delle nostre uscite. Maglioncini, cappotti di tendenza, capelli, borse e scarpe lasciano il posto a tutone di pile, calzettoni anti scivolo, antiestetiche vestaglie e fermagli per capelli il più delle volte improvvisati. Ecco per voi dunque una descrizione dettagliata di una tipica studentessa in periodo critico, nella speranza di non essere l'unica a trasformarsi da Kate Middleton alla versione peggio ciabattara di Bridget Jones.
Siete universitarie sotto esame se i vostri capelli passano dal rapportarsi giornalmente con phon, bigodini e piastre a non conoscere movimento diverso dal loro essere naturale. Se la vostra fluente chioma spende mesi intrappolata in cipolle sulla punta della testa e tormentata da ventimila forcine atte ad impedire il fastidioso movimento di qualsivoglia ciuffetto, il periodo è decisamente quello critico. Le frange vengono continuamente violentate in tentativi di annullamento fastidio-occhi, i capelli lunghi vengono legati e spesso lavati meno...non raccontiamoci balle. Un capello sporco è decisamente più domabile di uno lindo e pulito! Insomma si può affermare con certezza che il trattamento dei parrucchini di tutto il mondo femminile, in momenti difficili, è la prima pratica che viene abbandonata, con somma disperazione da parte di fidanzati ed amici per altro che crederanno vi stiate convertendo ad una qualche religione nuova e che non sarete mai più le stesse.
Il primo rapporto umano che si logora durante un periodo esami, è senz'altro quello con la vostra estetista. Le interazioni con quest'ultima infatti diventano pari ad un tormentato rapporto con un ex, vi verrebbe da contattarla solo quando siete ubriache ma l'intoppo sta nel fatto che quando si preparano esami, nessuna si ubriaca. Il tutto si traduce in due devastanti effetti, un calo evidente dell'economia che non gira più e la rabbia della vostra leva peli di fiducia che crederà abbiate preferito qualcun'altra a lei. Non mi dilungo sulla disperazione di eventuali fidanzati che crederanno di uscire con King Kong a giudicare dal quantitativo di peli superflui che vengono apparentemente coltivati invece che estirpati.
L'argomento principe è però sicuramente l'outfit che siamo in grado di creare quando siamo tristi, depresse e studiose. E' proprio qui infatti che riusciamo a tirare fuori il peggio di noi proponendo abbigliamenti con così tanti strati che nemmeno gli esquimesi. Vestaglie che si sovrappongono a tute, calzettoni che si sovrappongono a pantaloni per evitare che lo spiffero alla caviglia ci procuri la sensazione di freddo, felpe sopra camice da notti, sciarpe e cappelli usati in casa. Il risultato è qualcosa di letale, ma che ce ne frega in quel momento. Tutto ciò che importa, è creare un microclima interno ed esterno che ci permetta di rendere al meglio per ventiquattro ore di fila.
Solo la sera prima dell'esame ci rendiamo conto dello stato in cui siamo, del fatto che abbiamo dimenticato cosa sia un mascara e del fatto che i baffetti curati ci fanno somigliare sempre più a Zorro. L'universale pensiero però, mero tentativo di consolazione per lo stato in cui ci siam ridotte, è che vedendoci così, il professore capirà. Capirà l'impegno, le ore passate a studiare e la vita sociale annullata. A prescindere poi dal risultato dell'esame, riprendere i contatti col mondo (e con l'estetista che ormai vi porta il broncio) non è mai facile, io personalmente mi sento sempre come Truman appena uscito dal suo mondo finto. Ci vuole impegno anche per ri-guadagnare la fiducia del vostro partner nel fatto che non avete rinunciato totalmente al vostro sex appeal e che si è solamente trattato di un periodo. Convincere lui che nella vita vera siete più sexy di Doraemon è senz'altro la parte più ardua!
Siete universitarie sotto esame se i vostri capelli passano dal rapportarsi giornalmente con phon, bigodini e piastre a non conoscere movimento diverso dal loro essere naturale. Se la vostra fluente chioma spende mesi intrappolata in cipolle sulla punta della testa e tormentata da ventimila forcine atte ad impedire il fastidioso movimento di qualsivoglia ciuffetto, il periodo è decisamente quello critico. Le frange vengono continuamente violentate in tentativi di annullamento fastidio-occhi, i capelli lunghi vengono legati e spesso lavati meno...non raccontiamoci balle. Un capello sporco è decisamente più domabile di uno lindo e pulito! Insomma si può affermare con certezza che il trattamento dei parrucchini di tutto il mondo femminile, in momenti difficili, è la prima pratica che viene abbandonata, con somma disperazione da parte di fidanzati ed amici per altro che crederanno vi stiate convertendo ad una qualche religione nuova e che non sarete mai più le stesse.
Il primo rapporto umano che si logora durante un periodo esami, è senz'altro quello con la vostra estetista. Le interazioni con quest'ultima infatti diventano pari ad un tormentato rapporto con un ex, vi verrebbe da contattarla solo quando siete ubriache ma l'intoppo sta nel fatto che quando si preparano esami, nessuna si ubriaca. Il tutto si traduce in due devastanti effetti, un calo evidente dell'economia che non gira più e la rabbia della vostra leva peli di fiducia che crederà abbiate preferito qualcun'altra a lei. Non mi dilungo sulla disperazione di eventuali fidanzati che crederanno di uscire con King Kong a giudicare dal quantitativo di peli superflui che vengono apparentemente coltivati invece che estirpati.
L'argomento principe è però sicuramente l'outfit che siamo in grado di creare quando siamo tristi, depresse e studiose. E' proprio qui infatti che riusciamo a tirare fuori il peggio di noi proponendo abbigliamenti con così tanti strati che nemmeno gli esquimesi. Vestaglie che si sovrappongono a tute, calzettoni che si sovrappongono a pantaloni per evitare che lo spiffero alla caviglia ci procuri la sensazione di freddo, felpe sopra camice da notti, sciarpe e cappelli usati in casa. Il risultato è qualcosa di letale, ma che ce ne frega in quel momento. Tutto ciò che importa, è creare un microclima interno ed esterno che ci permetta di rendere al meglio per ventiquattro ore di fila.
Solo la sera prima dell'esame ci rendiamo conto dello stato in cui siamo, del fatto che abbiamo dimenticato cosa sia un mascara e del fatto che i baffetti curati ci fanno somigliare sempre più a Zorro. L'universale pensiero però, mero tentativo di consolazione per lo stato in cui ci siam ridotte, è che vedendoci così, il professore capirà. Capirà l'impegno, le ore passate a studiare e la vita sociale annullata. A prescindere poi dal risultato dell'esame, riprendere i contatti col mondo (e con l'estetista che ormai vi porta il broncio) non è mai facile, io personalmente mi sento sempre come Truman appena uscito dal suo mondo finto. Ci vuole impegno anche per ri-guadagnare la fiducia del vostro partner nel fatto che non avete rinunciato totalmente al vostro sex appeal e che si è solamente trattato di un periodo. Convincere lui che nella vita vera siete più sexy di Doraemon è senz'altro la parte più ardua!
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