INTERIOR DAYDREAMS
Nell'epoca dell'arte visiva in cui essere esteti fa figo più di portare i jeans con la scritta RICH sul sedere negli anni 2000, nessuno può più permettersi di avere una casa arredata in stile provvidenziale.
Ciò che è anche vero, è che la vita si è fatta frenetica per qualsiasi tipo di professione e ciò ha prodotto un esercito di stressati cronici con la necessità di spazi riposanti in cui rifugiarsi nelle ore libere.
A sua volta, la nascita di questa necessità, ha prodotto spazi asettici, ordinati, bianchi ed eterei che tutto sembrano fuorchè case vissute. Showroom o gallerie d'arte con divani e tv, pochi quadri alle pareti e di colori neutri, ancora meno arredi o dettagli. Superfici pulite per ordinare le menti di chi dopo ore di caos retribuito, vuole beneficiare di gratuita calma.
L'Interior Design è l'arte degli anni '10. Trasformare immobili d'epoca è diventata l'architettura del XX secolo che non costruisce più ma rimaneggia, non crea ma trasforma. Con il dilagare di questa necessità, il bello si è fatto strada ed ha saturato il mercato tirando fuori a suon di calci in culo i mobili su misura in legno massello ereditati da casa della nonna.
Il Design ha lasciato l'edificio ed è sceso in strada, si è fatto uomo ed ha iniziato a manipolare le nostre vite. Il bello piace a tutti ed oggi è possibile trovare del bello a davvero qualsiasi prezzo.
Oggi voglio parlarvi dei miei To Die For in campo d'arredamento, ossia cinque oggetti che a budget decisamente illimitato non potrebbero mancare nella mia (colorata) casa.
Il primo oggetto, o meglio serie di oggetti, appartiene ad una collezione recentemente disegnata e prodotta dal Designer Patricia Urquiola, spagnola di nascita ed italiana per scelta, che dopo aver mangiato merenda con Achille Castiglioni e Vico Magistretti al Politecnico di Milano ha aperto un suo studio a Milano dove dal 2001 lavora a pieno regime esaltando i colori e l'handcrafting. Gli oggetti di cui vi parlo sono una serie di tappeti che riportano delle evoluzioni di forme geometriche a colore pieno e definito. I soggetti si allontanano da quelli noti, portando il tappeto, come oggetto d'arredamento, ad una nuova frontiera soprattutto formale.
Il costo non è di certo dei più economici, le forme svariate generano costi che vanno dai 5000€ ai 10000€ ed al momento, non ne esistono versioni più economiche.
http://www.patriciaurquiola.com/design-category/carpets/
Il secondo oggetto dei miei desideri appartiene ad una categoria che sta probabilmente avendo l'inflazione maggiore in questo periodo, ossia l'illuminazione d'artista. A differenza dei tapiss appena analizzati, di recente ideazione, questo è davvero un grande classico. Sto parlando della lampada da tavolo Atollo disegnata da Vico Magistretti per OLuce nel 1977. Sul finire degli anni 70 in Italia il Design d'autore era fondamentalmente ideato e prodotto da Magistretti e Castiglioni per cui, facendo rapidamente i conti, questo oggetto è sulla cresta delle onde da almeno 50 anni. Il Design è composto da una cupola che riprende la forma dei paralumi in tessuto e da uno stelo che somiglia più a una colonna. L'effetto visivo è riposante, la trovo una forma massiccia ma leggiadra, il materiale è pieno ma sembra composta di nuvola.
La versione che preferisco è senz'altro quella in vetro opalino che diffonde la luce in un modo veramente morbido. La misura più grande della lampada, che misura 70cm in altezza, costa 1.125,50 €.
https://www.oluce.com/lampada/235/
Il terzo oggetto è stato disegnato da una delle Interior Designer di maggior tendenza degli ultimi anni. Naturalizzata in francia, India Mahdavi ha origini irano-egiziane ed è nota per aver disegnato ed arredato alcuni degli interni più belli ed estrosi dei nostri tempi, uno fra tutti il ristorante Sketch a Londra. Mi è stata simpatica da subito in realtà, poichè condividiamo l'assoluta ossessione per il rosa, pallido, antico, sparato o di qualsiasi altra contaminazione.
E' il 2012 quando India decide di aprire la sua piccola Boutique a Parigi, Petits Objets, incentrata sull'artigianalità di oggetti da lei pensati, che si traducono sempre in nouances pastello dai sapori zuccherosi.
La poltroncina che arreda la casa della mia immaginazione è la Charlotte. La stessa utilizzata per arredare Sketch o la Boutique di Red Valentino a Londra e a Roma. Praticamente è come sedersi in mezzo ai petali di un fiore in velluto. Il dettaglio dorato di base poi impreziosisce la fattura di un elemento che dall'alto dei suoi 6.120€ potrebbe svoltare interi appartamenti.
http://www.india-mahdavi.com/1051/mobilier/seatings/charlotte.html
Ultimo di questa buffa rassegna di arredi collocata a metà fra casa di Wes Anderson e l'inaccessibile valle del troppo costoso, troviamo il Comfy Sofa di Seletti. Disegnato da Marcantonio consiste in un ammasso infinito di cuscini morbidissimi da cui spuntano quattro gambette che danno vita ad un divano. La prima volta che l'ho visto stavo a Williamsburg (NYC) l'estate scorsa. In questa specie di Concept Store riesco a trovare per la prima volta un prodotto made in Italy che lì per lì penso di voler comprare a costo di dare via un organo. Tutto questo ovviamente prima di aver preso in mano il cartellino ed aver scoperto che recitava 5.450 (modici)€.
https://www.seletti.it/shop/comfy-sofa-white/
Ciò che è anche vero, è che la vita si è fatta frenetica per qualsiasi tipo di professione e ciò ha prodotto un esercito di stressati cronici con la necessità di spazi riposanti in cui rifugiarsi nelle ore libere.
A sua volta, la nascita di questa necessità, ha prodotto spazi asettici, ordinati, bianchi ed eterei che tutto sembrano fuorchè case vissute. Showroom o gallerie d'arte con divani e tv, pochi quadri alle pareti e di colori neutri, ancora meno arredi o dettagli. Superfici pulite per ordinare le menti di chi dopo ore di caos retribuito, vuole beneficiare di gratuita calma.
L'Interior Design è l'arte degli anni '10. Trasformare immobili d'epoca è diventata l'architettura del XX secolo che non costruisce più ma rimaneggia, non crea ma trasforma. Con il dilagare di questa necessità, il bello si è fatto strada ed ha saturato il mercato tirando fuori a suon di calci in culo i mobili su misura in legno massello ereditati da casa della nonna.
Il Design ha lasciato l'edificio ed è sceso in strada, si è fatto uomo ed ha iniziato a manipolare le nostre vite. Il bello piace a tutti ed oggi è possibile trovare del bello a davvero qualsiasi prezzo.
Oggi voglio parlarvi dei miei To Die For in campo d'arredamento, ossia cinque oggetti che a budget decisamente illimitato non potrebbero mancare nella mia (colorata) casa.
Il primo oggetto, o meglio serie di oggetti, appartiene ad una collezione recentemente disegnata e prodotta dal Designer Patricia Urquiola, spagnola di nascita ed italiana per scelta, che dopo aver mangiato merenda con Achille Castiglioni e Vico Magistretti al Politecnico di Milano ha aperto un suo studio a Milano dove dal 2001 lavora a pieno regime esaltando i colori e l'handcrafting. Gli oggetti di cui vi parlo sono una serie di tappeti che riportano delle evoluzioni di forme geometriche a colore pieno e definito. I soggetti si allontanano da quelli noti, portando il tappeto, come oggetto d'arredamento, ad una nuova frontiera soprattutto formale.
Il costo non è di certo dei più economici, le forme svariate generano costi che vanno dai 5000€ ai 10000€ ed al momento, non ne esistono versioni più economiche.
http://www.patriciaurquiola.com/design-category/carpets/
La versione che preferisco è senz'altro quella in vetro opalino che diffonde la luce in un modo veramente morbido. La misura più grande della lampada, che misura 70cm in altezza, costa 1.125,50 €.
https://www.oluce.com/lampada/235/
Il terzo oggetto è stato disegnato da una delle Interior Designer di maggior tendenza degli ultimi anni. Naturalizzata in francia, India Mahdavi ha origini irano-egiziane ed è nota per aver disegnato ed arredato alcuni degli interni più belli ed estrosi dei nostri tempi, uno fra tutti il ristorante Sketch a Londra. Mi è stata simpatica da subito in realtà, poichè condividiamo l'assoluta ossessione per il rosa, pallido, antico, sparato o di qualsiasi altra contaminazione.
E' il 2012 quando India decide di aprire la sua piccola Boutique a Parigi, Petits Objets, incentrata sull'artigianalità di oggetti da lei pensati, che si traducono sempre in nouances pastello dai sapori zuccherosi.
La poltroncina che arreda la casa della mia immaginazione è la Charlotte. La stessa utilizzata per arredare Sketch o la Boutique di Red Valentino a Londra e a Roma. Praticamente è come sedersi in mezzo ai petali di un fiore in velluto. Il dettaglio dorato di base poi impreziosisce la fattura di un elemento che dall'alto dei suoi 6.120€ potrebbe svoltare interi appartamenti.
http://www.india-mahdavi.com/1051/mobilier/seatings/charlotte.html
Ultimo di questa buffa rassegna di arredi collocata a metà fra casa di Wes Anderson e l'inaccessibile valle del troppo costoso, troviamo il Comfy Sofa di Seletti. Disegnato da Marcantonio consiste in un ammasso infinito di cuscini morbidissimi da cui spuntano quattro gambette che danno vita ad un divano. La prima volta che l'ho visto stavo a Williamsburg (NYC) l'estate scorsa. In questa specie di Concept Store riesco a trovare per la prima volta un prodotto made in Italy che lì per lì penso di voler comprare a costo di dare via un organo. Tutto questo ovviamente prima di aver preso in mano il cartellino ed aver scoperto che recitava 5.450 (modici)€.
https://www.seletti.it/shop/comfy-sofa-white/
Anche per oggi, la rassegna del magico mondo di IPF finisce qui. Che dite, si può aprire un Crowdfounding solo per comprare dei mobili?
Magari approfondiamo la prossima volta.
Baci Stellari
☀️COPE TECHS☀️
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