Una gioventù segnata: i miti di noi cresciuti negli anni '90
Cari lettori,
oggi mi trovo a scrivere un piccolo decalogo (in realtà un bicalogo, se esiste) di cose che hanno letteralmente segnato la mia esistenza, in diverse fasi ed in diversi momenti, ognuna delle due nel suo campo specifico.
In quanto nati all'inizio degli anni 90 infatti, la nostra è stata senza tante cerimonie, la prima generazione che ha conosciuto l'internet ed i fantomatici social network in età ancora puerile. Sostanzialmente in tempo quindi per incamerare il tutto come cultura generale e non dover mai spendere un minuto del nostro prezioso tempo ad 'imparare facebook' (quando comunque non c'era un belino da imparare perchè non esistevano tag, hashtag o @ di alcun tipo ma pubblicavi i tuoi stati facendo finta che qualcuno li leggesse).
Puntualizzo che siamo probabilmente stati anche i border line che hanno capito come funzionava Snapchat, che per capirci, è stato per la generazione successiva alla nostra un pò quello che per noi è stato facebook: uno stargate. Confesso infatti senza troppa vergogna che prima di capire come funzionava quel benedetto social con l'icona gialla, ricordo di averlo dovuto scaricare e cancellare tre volte. Ognuna delle tre pensando di essermi arresa.
Ma partiamo dal principio.
Eravamo la prima generazione che abbandonava la naif-itudine dei nati negli anni '80, quelli che per intenderci, hanno creduto per un sacco di tempo che gli alieni sulla terra ci sarebbero arrivati in bicicletta. Non eravamo ancora selfish e super truccati a 14 anni ed il sesso non sapevamo davvero cosa fosse, ma era lì che eravamo diretti. Su un treno ai 100 all'ora automatico e senza guidatore sfrecciavamo abbandonando dietro di noi i jeans EL CHARRO, per dirigerci a tutta velocità verso i Bauletti di Vuitton.
Siamo cambiati e cresciuti in coro con il ventennio di rivoluzione ed innovazione tecnologica più ricco della storia e l'età che avevamo era quella giusta. Cosa voglio dire? Ora lo capirete.
La prima ossessione che mi colpì alle scuole elementari, facevamo la classe seconda, fu l'uscita di Harry Potter e La Pietra filosofale nel 1997. Si, siate sgomenti insieme a me. Quando uscì Harry Potter in Italia per la prima volta non era nemmeno il 2000.
Noi che iniziammo a leggere il best seller sin dalla sua entrata in territorio nazionale, avevamo l'età di Harry, Ron ed Hermione. Bambini come loro, abbiamo sperato tutti di ricevere questa benedetta lettera da Hogwarts che ci avrebbe convocati e che ci avrebbe aperto le porte dell'oscuro mondo di magia e stregoneria, tra elfi,folletti, babbani, maghinò e (si spera non) dissennatori. Incrociavamo le dita per non ricevere Strillettere dai nostri genitori ma passavamo le giornate a sperare di incappare accidentalmente in una Passaporta e ritrovarci alla Coppa del mondo di Quidditch.
Col trascorrere degli anni e l'avanzare dell'uscita dei volumi, anche lo stile di scrittura e i soggetti cambiavano e crescevano, diventando sempre più a prova di ragazzi e poi a prova di adulti, infatti sia l'ultimo che il penultimo libro hanno risvolti noir, a tratti horror.
Giusto il tempo di terminare la lettura di Harry Potter e i Doni della Morte nel dicembre 2007 che il 19 Gennaio 2008 sbarca direttamente dagli States la seconda delle grandi ossessioni di noi nati negli anni '90: Gossip Girl.
Tirando un sonoro calcio nel culo alle bacchette magiche, le Burrobirra dei nostri desideri lasciano presto spazio a deliziosi e superalcolici cocktails consumati sui più esclusivi rooftops dell'Upper East Side. Apparire inizia ad essere il centro delle nostre esistenze, spendiamo tempo a studiare outfits adeguati, iniziamo a farci i capelli ed il trucco tutti i giorni e a desiderare sempre più la moda ed il lusso. L'amore impossibile ed eccitante tra Chuck e Blair diventa maestro dei nostri approcci e iniziamo a correre, a farci desiderare ed a scagazzare chiunque non si dimostri all'altezza del gradino del MET che abbiamo scelto per consumare il nostro yogurt in pausa pranzo.
Lasciamo stare poi che nella ridente provincia di Cuneo tutto questo si tradusse in uno spopolare di Oscar Wilde che col suo amore per i vizi e le belle cose incarnava una Blair un po' più vetusta ma certamente meno lontana di New York. Mi ricordo che TUTTI, e credetemi, tutti, postavano (postavaMO...) su Facebook frasi insensate di O. Wilde che ci rendevano fighi ed irraggiungibili. C'erano gruppi esclusivi in cui non si entrava, c'erano gruppi di Facebook nominati Spotted - nome della città in cui qualcuno si divertiva addirittura a inscenare un agricolo Gossip Girl delle nostre realtà cittadine.
Nel 2007, allo sbarco della serie sui nostri tv, avevamo dinuovo l'età giusta, quella di Blair e Serena, quella di Nate e Chuck, solo che alla nostra età loro ne avevano già combinate un milione e noi partivamo svantaggiati.
L'immedesimazione era scontata. Senza contare che non c'era più la necessità di adorare un eroe buono (avevamo già dato tutto con Harry), tutto quello che volevamo era essere cattivelli e goderci il nostro momento di gloria, sperando di incontrare un Bass-tard con cui dividere la merenda.
Ora che sono diventata una persona adulta, tengo a concludere il post con uno statement importante, che sicuramente vi farà capire molto di quanto gli insegnamenti delle due (e della vita) mi abbiano fatto crescere.
E allora solo e sempre:
Team Draco
Team Chuck
Que
oggi mi trovo a scrivere un piccolo decalogo (in realtà un bicalogo, se esiste) di cose che hanno letteralmente segnato la mia esistenza, in diverse fasi ed in diversi momenti, ognuna delle due nel suo campo specifico.
In quanto nati all'inizio degli anni 90 infatti, la nostra è stata senza tante cerimonie, la prima generazione che ha conosciuto l'internet ed i fantomatici social network in età ancora puerile. Sostanzialmente in tempo quindi per incamerare il tutto come cultura generale e non dover mai spendere un minuto del nostro prezioso tempo ad 'imparare facebook' (quando comunque non c'era un belino da imparare perchè non esistevano tag, hashtag o @ di alcun tipo ma pubblicavi i tuoi stati facendo finta che qualcuno li leggesse).
Puntualizzo che siamo probabilmente stati anche i border line che hanno capito come funzionava Snapchat, che per capirci, è stato per la generazione successiva alla nostra un pò quello che per noi è stato facebook: uno stargate. Confesso infatti senza troppa vergogna che prima di capire come funzionava quel benedetto social con l'icona gialla, ricordo di averlo dovuto scaricare e cancellare tre volte. Ognuna delle tre pensando di essermi arresa.
Ma partiamo dal principio.
Eravamo la prima generazione che abbandonava la naif-itudine dei nati negli anni '80, quelli che per intenderci, hanno creduto per un sacco di tempo che gli alieni sulla terra ci sarebbero arrivati in bicicletta. Non eravamo ancora selfish e super truccati a 14 anni ed il sesso non sapevamo davvero cosa fosse, ma era lì che eravamo diretti. Su un treno ai 100 all'ora automatico e senza guidatore sfrecciavamo abbandonando dietro di noi i jeans EL CHARRO, per dirigerci a tutta velocità verso i Bauletti di Vuitton.
Siamo cambiati e cresciuti in coro con il ventennio di rivoluzione ed innovazione tecnologica più ricco della storia e l'età che avevamo era quella giusta. Cosa voglio dire? Ora lo capirete.
La prima ossessione che mi colpì alle scuole elementari, facevamo la classe seconda, fu l'uscita di Harry Potter e La Pietra filosofale nel 1997. Si, siate sgomenti insieme a me. Quando uscì Harry Potter in Italia per la prima volta non era nemmeno il 2000.
Noi che iniziammo a leggere il best seller sin dalla sua entrata in territorio nazionale, avevamo l'età di Harry, Ron ed Hermione. Bambini come loro, abbiamo sperato tutti di ricevere questa benedetta lettera da Hogwarts che ci avrebbe convocati e che ci avrebbe aperto le porte dell'oscuro mondo di magia e stregoneria, tra elfi,folletti, babbani, maghinò e (si spera non) dissennatori. Incrociavamo le dita per non ricevere Strillettere dai nostri genitori ma passavamo le giornate a sperare di incappare accidentalmente in una Passaporta e ritrovarci alla Coppa del mondo di Quidditch.
Col trascorrere degli anni e l'avanzare dell'uscita dei volumi, anche lo stile di scrittura e i soggetti cambiavano e crescevano, diventando sempre più a prova di ragazzi e poi a prova di adulti, infatti sia l'ultimo che il penultimo libro hanno risvolti noir, a tratti horror.
Giusto il tempo di terminare la lettura di Harry Potter e i Doni della Morte nel dicembre 2007 che il 19 Gennaio 2008 sbarca direttamente dagli States la seconda delle grandi ossessioni di noi nati negli anni '90: Gossip Girl.
Tirando un sonoro calcio nel culo alle bacchette magiche, le Burrobirra dei nostri desideri lasciano presto spazio a deliziosi e superalcolici cocktails consumati sui più esclusivi rooftops dell'Upper East Side. Apparire inizia ad essere il centro delle nostre esistenze, spendiamo tempo a studiare outfits adeguati, iniziamo a farci i capelli ed il trucco tutti i giorni e a desiderare sempre più la moda ed il lusso. L'amore impossibile ed eccitante tra Chuck e Blair diventa maestro dei nostri approcci e iniziamo a correre, a farci desiderare ed a scagazzare chiunque non si dimostri all'altezza del gradino del MET che abbiamo scelto per consumare il nostro yogurt in pausa pranzo.
Lasciamo stare poi che nella ridente provincia di Cuneo tutto questo si tradusse in uno spopolare di Oscar Wilde che col suo amore per i vizi e le belle cose incarnava una Blair un po' più vetusta ma certamente meno lontana di New York. Mi ricordo che TUTTI, e credetemi, tutti, postavano (postavaMO...) su Facebook frasi insensate di O. Wilde che ci rendevano fighi ed irraggiungibili. C'erano gruppi esclusivi in cui non si entrava, c'erano gruppi di Facebook nominati Spotted - nome della città in cui qualcuno si divertiva addirittura a inscenare un agricolo Gossip Girl delle nostre realtà cittadine.
Nel 2007, allo sbarco della serie sui nostri tv, avevamo dinuovo l'età giusta, quella di Blair e Serena, quella di Nate e Chuck, solo che alla nostra età loro ne avevano già combinate un milione e noi partivamo svantaggiati.
L'immedesimazione era scontata. Senza contare che non c'era più la necessità di adorare un eroe buono (avevamo già dato tutto con Harry), tutto quello che volevamo era essere cattivelli e goderci il nostro momento di gloria, sperando di incontrare un Bass-tard con cui dividere la merenda.
Ora che sono diventata una persona adulta, tengo a concludere il post con uno statement importante, che sicuramente vi farà capire molto di quanto gli insegnamenti delle due (e della vita) mi abbiano fatto crescere.
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